A petra e ra gna' zzita

A petra e ra gna' zzita

A petra e ra gna' zzita

Questo angolo di paradiso chiamato A petra e ra gna' zzita (Pietra della Signora Sposa) o Petra e ru trisuaru (La pietra del tesoro), viene addirittura segnalato da Repubblica come un gioiello immerso nel verde, meta ottimale per gli amanti del trekking e del buon mangiare. Ma ciò che più ci colpisce di questo luogo immerso nella Sila, sono le numerose leggende che avvolgono e che hanno dato vita al nome particolare con cui viene identificata questa porta che sembrerebbe, infine, l’atrio di una grotta. Si narra infatti che anticamente, una giovane sposa, il giorno delle nozze, venne rapita dai briganti, che la portarono proprio lì dove c’è questo grande masso e, dopo averla derubata di tutti i regali di nozze, la uccisero. Il bottino fu nascosto proprio dietro questo masso, che la leggenda descrive come una porta magica che, solo dopo aver superato alcune prove, si aprirebbe con tutto il tesoro all’interno.

 

Curiosità

  • L’appellativo “gnà zzita” nel dialetto locale significa “la signora sposa”.
  • Dal 2022 la località ospita una delle “Big Bench”, le panchine giganti più panoramiche d’Italia. Quella di Longobucco è la BB numero 244, la prima della provincia di Cosenza e del Parco Nazionale della Sila.
  • Il toponimo alternativo “Trisuaru” rimanda alla parola tesoro (“trisuaru” = tesoro), richiamando le storie di nascosti valori materiali legati alla pietra.
  • Un articolo del quotidiano nazionale ne fa menzione come di una delle “mete poco conosciute” della Calabria, proprio per il suo mix tra paesaggio e leggenda.

 

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